domenica 9 febbraio 2014

Parevano eterni

Ma non lo erano.
Come non lo sono nemmeno quelli di adesso. 
Lei era nata solo 38 anni prima, lui 39. 
Nelle proteste di piazza, diceva che se non avevano pane, i francesi potevano pure mangiare le brioches - e che diamine! possibile che non ci potevano pensare da soli questi francesi distratti!!!. 
I tempi sono cambiati, ma la sostanza resta. 
Si mangiavano la Francia intera (che era chiamata "Il granaio di Parigi"). 
Ma a un certo punto la credibilità loro e della nobiltà era scemata così tanto che ... CRAK!!! 
Non ce la fecero a raccontare altre balle al popolo francese.

Non è che sia andata molto meglio dopo. I francesi dovettero rimboccarsi le maniche. Ma almeno un peso dallo stomaco se l'erano tolto. La democrazia aveva trionfato (sic!). 
Oggi, a 225 anni da quel lontano 1789, siamo da capo. Quella "democrazia", fatta di sole regole e poca sostanza, non ha assicurato niente di quello che prometteva, né in Francia, né in Italia, né nelle altre parti del mondo. Nè libertà (molti popoli non ne godono, come avviene anche da noi, anche se in forme diverse), né fraternità (ci scanniamo per un barile di petrolio), nè uguaglianza ( anche qui, nella piccola Europa, il 10% delle persone si mangia il 90% delle risorse, mentre allora tale rapporto era 20-80).

Divampa la protesta, come nel 1968 in Francia e nel 1969 in Italia, ormai non c'è paese europeo dove non si da fuoco ai palazzi del potere, come in tutto il Mediterraneo. E i giornali raccontano le storielle di Renzi che s'è tolto una caccola dal naso, e come hanno commentato gli altri "leader" del centro destra e del centro sinistra rispetto a quest'atto indescrivibile che ha scosso il mondo intero, come se le caccole del naso di Renzi fossero "notizie" importantissime, da venire prima degli incendi dei palazzi del potere sui quali, forse, è bene non far sapere niente a nessuno - non si sa mai ... qualche spirito di emulazione ....

giovedì 12 dicembre 2013

Lettera aperta sul '68 e sul 2013


Il 10 dicembre scorso ho scritto questa nota su FaceBook ad un mio ex studente (che non voglio rivelare per riservatezza, più sua che mia).
<<Vedi che ora la faccenda della protesta è colma. In tutta Italia si protesta per strada e non più solo su facebook. Ci sono molte analogie con la situazione economica e sociale dei primissimi anni '70 (dopo il '68). Disoccupazione al 13-14% che tra i giovani arriva al 40% (come allora). Prospettive zero (come allora). Crisi economica: oggi per la globalizzazione e l'Europa che ci strozza. Allora per la crisi del petrolio, la prima nel 1973, poi 1975 e 1979. Gli studenti, specie universitari (e comunque, in quella fascia di età) si collegano con la gente comune che protesta (allora si parlava di classe operaia e proletaria, ma non è cambiato un fico secco). Qualche poliziotto alle manifestazioni si mette dalla parte dei manifestanti (come allora). I partiti si fanno i cazzi loro (come allora), ecc. ecc.. Ti lamentavi dei giovani della tua generazione, ma ora si sono svegliati anche loro. Non c'è alternativa: se state a casa a spugnettare col PC, non si muove niente. E vi asfalteranno per altri 30 anni. Partecipate alle riunioni dei comitati e associazioni contro la crisi e il malgoverno. Ai miei tempi si parlava dell'europa unita come di un miraggio. Oggi che è fatta, ci si accorge che serve solo per inchiappettare tutti. Capisci? Ciao>>.

Ci sarebbe da specificare meglio quanto detto sopra, ad esempio la posizione di Pasolini sui poliziotti,  ma a buon intenditor poche parole
Ora aggiungo altre tre analogie che ho ripescato nella memoria.1) Allora, in Italia, tutto scoppiò nell'autunno caldo, che non è stato nel 1968 (quello era il maggio francese) ma nel 1969, e approssimativamente proprio in questi mesi di tardo autunno .Chissà! Il freddo abbinato alla fame, dopo qualche insolazione estiva vacanziera e rilassante, deve portare un certo risveglio cruento nei nostri corpi!
2) Il Partito Democratico è fatto sempre più scherno di ostilità da parte dei manifestanti di oggi, come allora il Partito Comunista (P.C.I.) (suo diretto erede, almeno per la parte economico-finanziaria, anche se non in toto per la parte ideologica che, però, non conta niente o quasi) veniva visto dai gruppi cosiddetti "extraparlamentari" come la stampella del regime demosristiano corrotto e affarista.
3) Il Presidente della Repubblica ha del losco nel suo fare odierno e anche nel suo passato (qualcosa ho già detto, tra l'altro, anche qui e qui). 
Ricordo quanto ha detto il giornalista Ferruccio Pinotti (autore del libro Napolitano ..., Editore Chiare Lettere) nel corso della trasmissione "La Gabbia" di Gianluigi Paragone del giorno 4 dicembre scorso, che potete riascoltare qui, facendo scorrere il cursore approssimativamente fino a 1h26', e per la durata di circa 4-5 minuti), secondo il quale Napolitano è massone da vecchia data e figlio di massone, e allievo politico di Giorgio Amendola (parlamentare PCI), massone anche lui e figlio di massone, etichettato nella "corrente migliorista" del PCI, quella della razionalizzazione del sistema economico capitalistico anziché della sua lotta. Da ciò discendono incertezze (sic!) sulla sua specchiatezza istituzionale.
L'analogia di Napolitano, inoltre, e per altri versi, può essere anche con Giovanni Leone, l'Antelope Cobbler degli anni '70, in codice, il traffichino degli aerei Lockheed americani. D'altronde Re Giorgio ha sostenuto recentemente che l'acquisto dei nuovi cacciabombardieri americani in programma non può essere disdettato dal parlamento italiano perché risponde ad accordi internazionali (non ben precisati né chiari) che non sono competenza del parlamento stesso.

Manca ancora una circostanza per rendere più calzante l'analogia tra il post '68 e la situazione di queste settimene: è cioè il terrorismo nero (che però è alle porte), con le stragi di stato (quelle su cui Napolitano non ha niente da dire - bontà sua! - e per questo non andrà a testimoniare al processo di Palermo) e la strategia della tensione. Cosa potremo aspettarci nei prossimi mesi dai servizi segreti italiani deviati? E deviati da chi? Dalla CIA americana? Ci sarà qualche fatto "eclatante", orchestrato non si sa da chi, che dia una svolta autoritaria alla reazione poliziesca di piazza? 

Da qui a sostenere che il naturale sviluppo futuro della protesta sociale attuale sia quella del post '68 ce ne vuole, ma gli elementi ci sono tutti. Soprattutto l'incazzatura della gente e, soprattutto, di quella comune.
E pensare che le nazioni si sono formate storicamente per l'unità di popolo e territorio, e non certo per l'unità di territorio e parlamento. E se "la sovranità appartiene al popolo", come detto nella Costituzione, perché dovremmo ancora farci scippare questo ruolo da una classe politica inetta e opportinista? In fondo, essa esiste per delega, cioè è un derivato del popolo, e non un antecedente, e il popolo stesso ha il diritto di legittimarla o mandarla a casa (elezioni o non elezioni, che sono sempre pilotate fin dai tempi di Platone). 
Ma si sa! E' facile fare la voce grossa contro i manifestanti (come fa il ministro dell'interno Angelino Alfano in questi giorni) con la scusa di voler difendere gli interessi della gente, come se, potendolo fare, quella gente, che non manifesta ancora, non manifesterebbe anche lei, e forse in modi ben più feroci (secondo Le Bon in Psicologia delle folle).

domenica 17 novembre 2013

Signoraggio monetario (M5S)

Merita di essere ascoltato il deputato del M5S Carlo Sibilia. Vedi anche la trascrizione (nel riquadro piccolo sotto al video in YouTube) Vedi anche il semplice meccanismo truffaldino che fa da sostegno al Signoraggio. Se poi ti interessa sapere del vizietto dei politici (italiani in particolare) di fare le leggi a proprio favore per sottrarre la ricchezza al popolo mediante le tasse e farla transitare nelle proprie tasche, per il tramite di un qualsiasi stratagemma (in questo caso chiamato rimborso per spese di viaggio), allora puoi vedere questo video su Giorgio Napolitano (allora non ancora Presidente della Repubblica) che di questi vizietti ne sa qualcosa da oltre 60 anni (essendo parlamentare fin dal 1953) ma sui quali non ha detto mai niente.

lunedì 23 settembre 2013

Agenzia delle entrate (versus lo Stato) assassina

Immagine ripresa da www.fanpage.it/
Mi giunge notizia che un mio conoscente ha venduto per la cifra x un terreno in zona montana (senza che parte della riscossione sia avvenuta in nero, cioè in completa trasparenza). L'Agenzia delle entrate (o Equitalia, non sò) ha mandato una multa di 15.000 euro al compratore perché, secondo loro, ci dovrebbe essere stato un pagamento in nero dal momento che non sono stati rispettati i parametri relativi ai valori immobiliari stabiliti per legge. Per di più, se il compratore non paga entro un certo tempo, il pagamento della multa sarà preteso a carico del venditore che viene, per legge, ritenuto responsabile "in solido" (cioè: se non paga l'uno, allora paga l'altro).

Fin qui tutto giusto, secondo legge!

Ma l'Agenzia delle entrate, o lo Stato, questi sì che sono da ritenersi operanti "in solido", si è accorta che i valori immobiliari sono in calo da almeno 5-6 anni, e che ad ora la stima più probabile si aggira su una diminuzione del 30-40%? E che il numero delle compravendite è calato del 50%?
No ! L'Agenzia delle entrate è cieca. Non vede, non sente e non parla. In particolare, non parla con lo Stato per riferirgli quanto avviene, e lui si guarda bene dal vedere queste diminuzioni di valori immobiliari (forse non ne ha i mezzi?), mentre ci fa due palle così ... con altri indicatori economici che ci stanno col fiato sul collo per satollare la finanza internazionale.
Uno che opera così, in altro ambito, si chiama "strozzino", nel senso che ti strozza al collo e ti fa soffocare letteralmente, come nelle zone delle varie mafie italiane.
E uno che ti strozza, nel dizionario è indicato come assassino (non certo come "stato di diritto").
A trovarsi in una situazione come il mio conoscente c'è da avere paura, o c'è da "incazzarsi" fino al paradosso di non essere più cittadino di questo Stato Italiano, ma di diventare un alieno di questo stato, e di riversarsi su quel fronte che lo combatte.

Resta da decidere, in piena coscienza di ciascuno, se con mezzi leciti (ad esempio, un partito o movimento politico o di protesta) o con mezzi illeciti (aderendo a qualche formazione clandestina terroristica).
E ciò con buona pace di quanti si siano scagliati contro le parole di Stefano Rodotà che, a me pare, abbia voluto dire che c'è qualcosa di comprensibile nel le parole degli ex-brigatisti in carcere (qui il testo completo del 13-09-2013) che hanno sollecitato i Valsusini alla lotta contro il TAV.
Insomma, l'esasperazione di tanta parte della nostra società è al culmine, e un indizio lo si trova sia nei sempre più frequenti movimenti di protesta sia nei cosiddetti "suicidi" di imprenditori e lavoratori che si sentono disonorati da questo Stato nei confronti dei loro amici e conoscenti.
Ma perché mai - dovrebbero dire costoro - ci devo rimettere io le penne? E di fronte alle intimazioni dell'Agenzia delle entrate, potrebbero optare per una lotta che un certo senso comune ha bollato come "illecita".
E se lo Stato non li sta a sentire, allora non ci si meravigli che anche al giurista Rodotà (come a me) scappi una locuzione paradossale - ma non tanto - di "comprensibilità".

lunedì 5 agosto 2013

Io non mollo V.s Boia chi molla

L'ultimo a dirlo è stato appeso là, sulla pensilina di un distributore di benzina, a testa in giù, e non fa più l'arrogante, né il duce. Si credeva onnipotente.
Un altro ripete la frase maledetta, e non pende da nessun distributore di benzina, ma si affaccia su un palchetto, arrogante tanto quanto l'altro, per prendere in giro l'Italia e il mondo interi.
Allora nessuno era più simpatizzante del duce, ma arrivò un figuro strano, di nome Togliatti (anche lui col vizietto delle signorine, che a 53 anni lascia la moglie e si mette con una di 26), che fece un bel bucato profumato delle vecchie facce che ancora ci ritroviamo, figli e figliocci, sullo scenario politico attuale.
Come se la storia fosse stata buttata nel cesso, insieme alla Costituzione.
Ora aspettiamo qualche altro "coraggioso" che faccia un analogo bucato.

Dice che è innocente, ma solo chi non ha capito la sentenza della Cassazione può crederlo.
In pratica (sintetizzo grossolanamente da Massimo Giannini su Repubblica del 10-5-2013) ha costituito una società all'estero per acquistare diritti televisivi dai legittimi detentori a 100 euro, e tale società li ha rivenduti a 1000 a Mediaset (il metodo va avanti dai tempi di Craxi).
Quella società paga un becco di tasse sui 900 euro guadagnati nel paradiso fiscale dove ha la residenza - che sò, ad esempio il 5% su 900, cioè 45 euro.
Mediaset denuncia redditi inferiori di 1000 euro sui quali, ovviamente, non paga tasse allo Stato Italiano - anche qui, che sò, poniamo il 30 % di 1000 cioè 300 euro (che non vanno da Mediaset alle casse dell'erario).
Alla fine, quella società si trova in tasca 865 euro puliti di tutto (=900-45). Mediaset, inoltre, distribuisce utili agli azionisti per una somma inferiore di 865 euro.
Siccome il padrone di quella società e Mediaset sono la stessa persona (circa, e salvo prestanome d'obbligo), il cavaliere si trova con 865 euro che può spendere a suo piacimento che, di solito, si chiamano fondi neri.
Che ci fa con questo tesoretto (si parla di milioni di euro)? Ci compra la biancheria nuova per la casa (la nuova fidanzata non vuole dormire in quella di Veronica), un po' di birre di riserva per gli amici per l'estate che si annuncia calda, e per il resto anche qualche senatore, qualche giudice, qualche avvocato (specie se inglese), ci mantiene qualche mignotta (circa 30 o 40, ma quelle costano poco, si accontentano di pane e nutella), e via dicendo.
Poi dice che è innocente.
Schiere di mignottone d'alto bordo, non come quelle dell'Olgettina, e sia di genere maschile che femminile, gridano al mondo che, in fondo, non aver pagato quei 300 euro di tasse è poca cosa rispetto ai tanti soldi che, invece, paga ogni anno allo stato. Un po' come se un cittadino avesse messo in detrazione sulla denuncia dei redditi qualche scontrino in più per farmaci, ma non dovuti, al fine di risparmiare (= evadere) un po' di tasse.
Altre schiere di mignottone d'alto bordo (chissà perché ne ha sempre così tante intorno a sé, forse perché le fa annaspare nel barile del miele), gridano all'attentato alla democrazia da parte dei giudici perché indagando hanno chiarito il lercio meccanismo di cui sopra e, invece, potevano passarci sopra, per Lui, ovviamente, che è un grande leader che è stato votato da miliardi di elettori (dopo averli rimbambiti con le sue televisioni, e il Piano di rinascita democratica di Gelli, di cui queste costituiscono un potente strumento - peggio di una rivoltella alla tempia).
Poi altre mignottone che gridano alla guerra civile (un ex-comunista di Livorno, tale Biondi), altre ancora vogliono la grazia, l'indulto, il salvacondotto, e altre amenità simili.

Ma il tale è delinquente e deve andare in galera e, invece, vuole dettare lui le condizioni della sua esistenza e ricatta tutti, Napolitano, Letta, e chissà chi altro oltre ai giudici ai quali dice: mhò ve lo faccio vedere io come vi cucino con la riforma della giustizia! E qualche imbecille si fa intimidire o, più mediaticamente, annuncia che "per il bene del Paese" il governo deve andare avanti, sennò lacrime e sangue per tutti (meno che per la casta, ovviamente), cioè "salviamo il cavaliere". E poi il bau-bau dei mercati, come la chiesa dei secoli passati faceva col diavolo.

Non ho molta fiducia nella gente, ma spero che almeno a settembre, a ferie concluse, si sollevino i comitati garantisti, tipo costituzione, statuto dei lavoratori, ecc. e, soprattutto, quelli dei centri sociali, che insieme diano un avviso alle tante mignottone (ripeto: di genere maschile e femminile), che si sono viste in questo periodo che, pur di non lasciare il bidone del miele del cavaliere, tanto si sono indaffarate in tv. E che queste vengano non sottoposte a bucato, come fece Togliatti con i fascisti, o ex-fascisti che li lasciò nei gangli dello stato e degli enti amministrativi vari, ma che vengano spazzate via dalla scena indegna della politica di questi ultimi 30 anni. In quanto alla gente, si spera, poi, che abbia l'orgoglio di essere folle che si sollevano (vedi Le Bon) almeno sull'onda di una emotività di sdegno e di rifiuto di tanto lerciume.

Ma c'è qualcuno che sa far leva su questo, cioè un leader a sinistra? O questi sono così garantisti, e pazienti, perché anche loro intrallazzano allo stesso modo del cavaliere?
Sarà pure quel che sarà, ma il M5S può costituire questa alternativa.

sabato 3 agosto 2013

Una cacca in meno

Una cacca in meno sul marciapiede stretto della politica, una cacca in mano a Napolitano che dovrà raccoglierla. Il resto si trova già nella stabbiara, in profonda putrefazione, salvo pochi. Chi per improvvisi insorti problemi di identità, il Pdl, chi per pentita associazione a delinquere di stampo affaristico, il Pd (ma quale responsabilità nell'interesse del Paese !!! - non fate ridere i polli, per favore). Rimangono con una gamba nella stabbiara e l'altra fuori Sel, Scelta Civica e la Lega (ma l'altra gamba l'ha già perduta nella legislatura scorsa).
Proprio al 100% fuori dalla cacca c'è solo M5S, cioè quella riserva della democrazia che Napolitano misconosce sprezzante fin dalla campagna elettorale scorsa e tutt'ora la snobba. Gli darà fastidio il linguaggio forbito di Grillo, lui che è stato sempre così felpato, specie con i poteri forti, e che però dimostra di avere stomaco forte, anzi fortissimo, verso la miseria dove ci ha condotto la classe politica.

Miseria in primo luogo di valori, miseria poi quanto a ruberie, anche legalizzate come la sottrazione della ricchezza nazionale (che è di proprietà del popolo, e lui dovrebbe saperlo, avendo insegnato Economia Politica da giovane) contro il volere di un referendum che elimina il finanziamento pubblico ai partiti. Forte di stomaco e anche di orecchi, in quanto il referendum, ridotto all'osso, e senza far giri di parole, aveva detto che non ci dovevano più essere flussi di denaro pubblico ai partiti, che poi sono associazioni private nemmeno riconosciute dalla Costituzione.
E, invece, con un giro di parole, lo si chiama "rimborsi elettorali" e si dice che sono necessari, altrimenti potranno permetterselo solo i ricchi: poi la Lega investe quei soldi in Tanzania e il Trota si compra il Suv, ad esempio, i tesorieri di alcuni partiti se li fregano allegramente e si comprano ville, ecc., qualcuno si paga pure le caramelle e altre leccornie ovviamente necessarie alla democrazia, ostriche, ecc., non c'è dubbio, indispensabili alla democrazia. E questo dall'alpi alle piramidi, non c'è luogo dove si dovrebbe esercitare la democrazia, alla Cincinnato, intendo, che non vede ruberie.
E Napolitano, non in secondo piano negli ultimi 40 anni, e addirittura il deus ex machina degli ultimi 10 anni, sta a guardare con stomaco forte.

Che il marciapiede della politica sia stretto lo si vede adesso che la crisi economica è larga e profonda e restringe ancor più quel già esiguo luogo. Soldi sfarfugiati per nulla alla Fiat e simili che ora se ne vanno col malloppo allegramente elargito dal governo di turno.
Si dirà: Si ma c'è la globalizzazione. Ma perdindirindina, non lo aveva detto anche Marx più di cent'anni fa, caro Napolitano? Memoria corta, ovviamente, e strabismo misurato secondo convenienza.
Sarei libero di cambiare paese ovviamente, ed andare in uno bello dove queste cose non ci sono (i miei figli ci hanno provato), ma non voglio essere preso in giro. Le carognate di chi è delegato a rappresentarmi, anche quelli che non ho votato (e, invero, non voto più dalla famosa porcata di Calderoli), non le sopporto, e le reputo dei delitti contro la ragione, e meritevoli di sanzione, la più alta possibile.

Non che sia per la ghigliottina, ma qualcosa che dissuada fortemente, si! Ad esempio, la perdita del patrimonio, sia quello proprio che quello di figli, parenti e congiunti vari che hanno aderito al delinquente o hanno fatto finta di non vedere, e l'avvio al lavoro nella classe stipendiale minore di questa società, ad esempio ... non mi viene in mente, ma al massimo 6-700 euro al mese, e se ultra-sessantenne anche meno. Residenza coatta, naturalmente, ad esempio, in un condominio di Scampia o Forcella (così gli faranno "il mazzo" i loro condomini stessi), e poi quello schifo di sanità pubblica anche per loro, per come l'hanno ridotta (vedi Formigoni & C.).

Non c'è dubbio che sono garantista, ma verso il 90% della gente e nient'affatto per quel 10% di casta pura e parassita che soffoca questo Paese almeno dai tempi di Craxi. In poche parole: non m'importa un fico secco di essere garantista verso i delinquenti che mi si sono presentati come salvatori della patria, politici, manager, sindacalisti, ruffiani e leccaculi vari. Soffrano pure, sono lerci fedifraghi. Mi sono spiegato? Se è chiaro, si proceda pure alla riforma della giustizia!

martedì 30 luglio 2013

"Il grande rutto finale liberatorio" ovvero "Ora Zero"

Riprendo da Finanza On Line  in "ricapitolando ...". (la prima immagine è mia)

“HA PAGATO TUTTI I TESTIMONI” RISCHIA LO STESSO SEI ANNI DI CARCERE
ILDA BOCCASSINI AL PROCESSO RUBY CHIEDE PER BERLUSCONI ANCHE L’INTERDIZIONE PERPETUA DAI PUBBLICI UFFICI. LA MAROCCHINA HA AVUTO DA LUI 4,5 MILIONI DI EURO
di Gianni Barbacetto e Antonella Mascali

Sei anni di carcere e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Queste le richieste del pubblico ministero Ilda Boccassini per Silvio Berlusconi, al termine del processo in cui “si è dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio, che ha fatto sesso a pagamento con una minore e ha esercitato pressioni sui funzionari della questura di Milano”. Cinque anni per concussione e uno per prostituzione minorile. Ora la parola passa ai difensori, Niccolò Ghedini e Piero Longo, che terranno le loro arringhe il 3 giugno, e poi il tribunale pronuncerà la sentenza, probabilmente il 24 giugno.

Boccassini ha iniziato la sua lunga ricostruzione dei fatti con un riconoscimento al governo Berlusconi, che ha avuto il merito, tra il 2006 e il 2008, di inasprire le pene per i reati che hanno come vittime i minori. Ecco, ora quelle pene rischiano di ricadere sull’allora presidente del Consiglio che, come argomentato dal pm Antonio Sangermano nella prima parte della requisitoria, “ormai più d’un mese fa”, ha “dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che presso l’abitazione di Arcore funzionava un sistema prostitutivo organizzato per compiacere l’imputato. Tra le decine di ragazze via via coinvolte del “sistema”, anche una minorenne: Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori.

Mistero Karima
Karima è una ragazza difficile. Nasce in Marocco il 1 novembre 1992 e cresce in Sicilia. Ilda Boccassini per ben due volte si premura di difendere l’immagine del padre della ragazza. È stato descritto come un uomo duro e violento, che è arrivato perfino a versarle in testa olio bollente. Così ha raccontato Karima e così hanno amplificato i media di Berlusconi. In realtà, sostiene Boccassini, il padre è un uomo mite che con la sua famiglia vive una vita umile ma decorosa. Lo testimoniano gli operatori sociali che hanno conosciuto molti anni fa Ruby. In realtà la cicatrice che ha in testa e che ogni tanto esibisce per muovere a pietà gli interlocutori è il risultato di un incidente domestico capitato alla madre quando era piccola.

Fugge di casa la prima volta quando ha 14 anni. Da allora è un’interminabile serie di fughe e rientri in comunità, affidi in famiglie e denunce. Nel 2009 partecipa in Sicilia a un concorso di bellezza ed è la prima svolta della sua vita: presidente della giuria è Emilio Fede, che la adocchia e fa sul palco un pubblico elogio della ragazzina minorenne che vuole cambiare vita. La cambierà scappando a Milano. “È una ragazza intelligente e furba”, dice Boccassini, “ha un solo obiettivo: fare soldi in fretta, entrare nel mondo dello spettacolo. È il sogno italiano dei soldi facili, comune a tutte le ragazze che approdano ad Arcore”. Arriva a Milano tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010. Entra in contatto con Lele Mora. “Non c’è alcun dubbio che si dedica all’attività della prostituzione, prima e dopo essere stata a casa Berlusconi”. Certamente il 14 febbraio 2010 è ad Arcore: lo provano le celle telefoniche. La porta con la sua auto Emilio Fede, che sa che è minorenne. Come lo sa Mora. Come lo sa un’altra protagonista di questa storia, Nicole Minetti: ospite delle feste di Arcore, ma organizzatrice delle altre ragazze e, al tempo stesso, premiata con un seggio sicuro e ben remunerato. Aveva un “doppio lavoro: gestiva le case di via Olgettina dove vivevano le ragazze che si prostituivano ed era un rappresentante delle istituzioni nel Consiglio regionale, pagata dai contribuenti”. Quanto a Fede, “ha con Berlusconi un rapporto di amicizia e fedeltà assoluta: non può non averlo avvertito che gli stava portando una minorenne”. Ruby va più volte ad Arcore. Poi entra in scena “una scheggia impazzita”.

Il milionario
“Ruby nega di avere avuto rapporti sessuali con Berlusconi”. Ma “mente, perché aveva da lui direttamente quello che le serviva per vivere in cambio delle serate ad Arcore”, ha avuto “un tornaconto personale quantificato in milioni di euro”. In particolare, da maggio 2010 “iniziano continue distribuzioni di denaro a Ruby da parte del ragionier Spinelli”. E tra ottobre e dicembre 2010 le intercettazioni e gli appunti di Ruby provano che Berlusconi ha dato a Ruby “4,5 milioni di euro per il suo silenzio”. Spinelli ritira in contanti , nel solo 2010, ben 12 milioni euro. Molti dei testimoni di questo processo sono pagati da Berlusconi, ragazze, camerieri, il pianista, il cantante...

“Apparato militare”
La “scheggia impazzita” si chiama Katia Pasquino. È una ragazza che ospita Ruby a casa sua. Si dedica alla prostituzione. Ruby le racconta di essere andata nelle residenza del presidente del Consiglio dove ha mangiato, ballato, fatto sesso. “Katia è invidiosa di Ruby, vorrebbe anche lei andare ad Arcore”. Le due litigano. Karima se ne va, ospite in via Villoresi di Michelle Coincencao, prostituta. Nella sua rubrica telefonica sono ordinatamente segnati i numeri dei clienti e “Ruby, *****”. Quando il pomeriggio del 27 maggio 2010 Katia incontra Karima in un centro estetico di corso Buenos Aires, la denuncia per furto. Ruby si offre subito al poliziotto che interviene (“Dai, vengo con te a fare l’amore...”. “No, te con me non vieni da nessuna parte”). La ragazza viene portata alla questura di Milano. Inizia una lunga, incredibile notte. “Si mette in moto quasi un apparato militare che si scatena per proteggere la ragazza”, dice Ilda Boccassini. Katia avverte Michelle di aver denunciato Ruby. Michelle si allarma. Chiama il centro estetico. Verifica con il 113. Chiama il ragionier Spinelli, l’uomo che paga per conto di Berlusconi. Infine, alle 23.36, avverte il presidente del Consiglio, di cui aveva (incredibilmente) il numero privato. Le ragazze del bunga-bunga annusano il pericolo: sanno che Karima è una chiacchierona che potrebbe mettere in pericolo il loro “bancomat”. Michelle è già corsa in questura alle 22.05. Prima di mezzanotte vi arriva anche Nicole Minetti, avvertita da Berlusconi. Intanto Ruby, secondo le normali procedure e le disposizioni della pm dei minori di turno, Annamaria Fiorillo, è identificata e fotosegnalata: come Karima El Mahroug, marocchina, 17 anni, senza documenti, in fuga da una comunità siciliana. Fino alle 23.58 tutto procede nella normalità, “i comportamenti sono ineccepibili, le procedure seguite”. La questura chiama numerose comunità d'accoglienza, nessuna ha posto per la notte, Ruby si accinge ad aspettare la mattina in questura. Poi, il secondo colpo di scena. E questa volta non è una “scheggia impazzita”, ma il presidente del Consiglio: è impegnato a Parigi in un’importante missione internazionale, eppure alle 23.49 telefona al capo di gabinetto della questura Pietro Ostuni, che è a letto a casa sua. Segnala che è arrivata in questura una ragazza minorenne, da rilasciare in fretta per evitare incidenti diplomatici, essendo la nipote di Mubarak. In realtà la ragazza è già stata identificata e lei stessa ha escluso qualsiasi parentela con il rais egiziano. Ma da Parigi arrivano ancora altre telefonate. I funzionari della questura non avvisano il consolato egiziano, il capo della polizia, il ministro dell’Interno. Ma si consultano freneticamente tra loro, Ostuni, Giorgia Iafrate, Ivo Morelli. E alla fine cedono: affidano Karima a Nicole Minetti, che la lascia alla prostituta Michelle. Quando la ragazza è già fuori da ore, arriva il fax dei poliziotti siciliani mandati nella notte a casa dei suoi genitori, con il mandato (assurdo e superato) di verificare la parentela con Mubarak. “Possiamo credere alle risibili dichiarazioni che tutto ciò sia stato fatto per proteggere una povera ragazza?”. È stato fatto “perché poteva rivelare di aver fatto sesso con Berlusconi”. E i funzionari della questura “hanno agito solo per l’interesse di Berlusconi”.

I bugiardi
La funzionaria di polizia Giorgia Iafrate “ha detto una bugia” al processo quando ha riferito che Ruby in questura aveva con sé il cellulare. È dimostrato dalle celle telefoniche. “Alcuni testimoni sono stati costretti a mentire”, ha detto inoltre Ilda Boccassini, facendo infuriare l’avvocato Longo. I “testimoni bugiardi” sarebbero la papi-girl Miriam Loddo, che “ha mentito quando ha detto di essere presente in questura la notte del 27 maggio”; e l’esponente del Pdl Valentino Valentini che non risulta aver mai parlato con Ostuni al telefono da Parigi.

Inquinamenti
La notte del 6 ottobre 2010 Ruby viene “interrogata” a Milano. Non dalla procura, ma da un avvocato e da un “emissario di Lui”. Lo racconta in diretta Luca Risso, attuale compagno di Ruby, attraverso sms e telefonate (e la sua fidanzata di allora, Serena Facchineri, lo ammonisce: “Ricordati grano”). “Il 6 ottobre dunque l’imputato Berlusconi viene a sapere che la ragazza aveva reso interrogatori al pubblico ministero”. Partono indagini difensive, il 21 ottobre, prima che diventi nota l'indagine su Berlusconi (il 26 ottobre, dopo un articolo del Fatto).

Attenuanti zero
Berlusconi “è da condannare all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e non merita le attenuanti generiche”, quelle che in passato, ha ricordato Boccassini, “lo hanno salvato dal processo sul Lodo Mondadori”. Non le merita “per la gravità dei reati commessi” e per il suo comportamento processuale. “Ancora una volta si è difeso non nel processo ma fuori dal processo. Ha poi ricordato la marcia del Pdl sul palazzo di giustizia, l'11 marzo: “Il giorno in cui ho visto un assembramento di persone che fanno parte delle istituzioni che volevano entrare nell'aula del processo, mi sono rifiutata di fare aprire la porta in attesa che il Collegio arrivasse e mi sono sentita smarrita”.

Aggiungo io: Ora Zero (anche per il PD)
L'ora zero è vicina e il PD dovrà esprimersi "nel" Parlamento se condannare Berlusconi o se non procedere a quanto stabilirà la sentenza della Cassazione che, salvo rinvii, dovrebbe esprimersi entro domani 31 luglio.
Nel primo caso il Pdl farà saltare tutto (vengono a mancare i presupposti di fiducia del governo di coalizione - dicono in casa PdL), mentre nel secondo, spero siano gli elettori, i cittadini e i contribuenti a far saltare il tutto e, anche se siamo in ferie, non si può lasciar perdere.
"Il Grande Rutto Finale Liberatorio" precede l'autunno caldo.