In sintesi, molto spesso il lettore, aderendo acriticamente a ciò che ha letto (dal momento che non può avere riscontri e questo il giornalista e la sua testata lo sanno) , si fa un’opinione distorta di come sono andati i fatti e, di conseguenza, assume la propensione ad agire concordemente con la lettura effettuata.
Metafora: i “media”, e il web in particolare, sono come gli oceani e i mari, avvolgono la gente come quelli avvolgono i continenti che sono imbrigliati dagli oceani e non è il contrario. Chi vorrebbe regole è come colui che vorrebbe tracciare un confine agli oceani: ma ... sono gli oceani che imgrigliano i continenti e talora li inghiottono, come i media avvolgono il lettore e lo frastuona di notizie spazzatura.
Altra metafora: la comare del condominio che sparla della signora Maria, e lo fa anche al supermercato, al mercato di quartiere, in parrocchia, e via dicendo. Ad essa si aggiungono altri che sparlano tutti dei vizi della signora Maria. Finché la povera crista soccombe, o lascia perdere, tanto poi la verità viene fuori e sommerge la comare.
Sono due fenomeni incontrollabili e non imbrigliabili, sia i media, sia le chiacchiere. Meglio verificare di persona la notizia, se si può. E se non si può, perché l'autore non fornisce elementi da riscontrare, allora mettiamola nel cesso quella notizia. Non valeva un fico secco.
Poi occorre dire che il web "tocca" si e no il 10-20% delle persone, e lo fa con un solo 2 % del suo contenuto - nemmeno, direi.
A me pare un mondo di isterici, tutti dietro alla notizia, ma tutti all'oscuro dei meccanismi che governano il mondo dal XVII secolo in poi, a cominciare dalla "società anonima di capitali" inventata proprio a quel tempo in Inghilterra.
Ci vuole molto più acume a seguire la storia lunga dei fatti che quella corta.
Lasciate perdere l'isteresi della comare delle notizie, e anche l’isteresi della comare dei sondaggi. Ci vuole poco ad orientare un sondaggio: basta far vedere per due settimane le immagini di rumeni che rubano o fanno della piccola delinquenza e poi chiedere a 1000 persone che ne pensano dei rumeni. Verrà fuori che il 90 % ne pensa male. Se invece per due settimane facessimo vedere rumeni che lavorano come gli italiani, allora quel sondaggio direbbe che i rumeni sono ok.
Capite in che ambiente ci troviamo? Uno assume idee e orientamenti non dai fatti, ma dalle notizie della comare di condominio, che notizie non sono, perché già orientate e interpretate opportunamente. E io direi, se non è scemo un tale fatto così, allora io sono napoleone in persona.
Non c’è niente da fare, gli stupidi riempiono il mondo, e l’uso del cervello per fare inferenze e deduzioni non pare il forte che di una piccolissima percentuale di persone, e neanche per tutto il tempo della loro vita da adulti (ci sono anche per essi delle defaillances, a volte anche lunghe e, a volte anche qui, di comodo).
Riferimento a una "notizia" su Saviano.
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