giovedì 8 maggio 2008

Giornale e Mattone

Non è confortante la situazione della speculazione fondiaria ed edilizia di Roma dopo 15 anni di giunte di centro-sinistra, cioè di Rutelli, sindaco dal 1993 al 2003, e di Veltroni, sindaco dal 2003 al 2008. Giunte e governi che vengono da una lunga storia che si era caratterizza per la lotta delle classi meno abbienti contro il potere di pochi soggetti forti e alle quali pure i nostri due sindaci pare si volessero riferire nelle due campagne elettorali appeno concluse, quella politica del 13-14 aprile e quella comunale di Roma. Sorprende il fatto però che, almeno nei media nazionali, il tema del PRG non fosse minimamente trattato, al pari di un tabù di famiglia.

Molti tratti di queste vicende di oggi ricordano la speculazione selvaggia che ci fu negli anni dell'unità d'Italia, e specialmente dal 1860 alla prima guerra mondiale, come riportati con dovizia di notizie e cartine nel libro di Italo Insolera Roma moderna. Un secolo di storia urbanistica, 1870-1970, edito dalla Einaudi, che consiglierei soprattutto ai giovani e, in particolar modo, agli studenti di architettura.

La rete è piena di blog e di forum che trattano la questione e, per avere un'idea, basta inserire in Google o Yahoo il nome di uno dei seguenti costruttori: Caltagirone, Toti, Bonifaci, Armellini, Ligresti, Mezzaroma, Marchini (che poi si spartiscono da soli la quasi totalità delle rendite) ed il nome Morassut, assessore all'urbanistica con Veltroni. Oppure inserire il nome di quest'ultimo e il nome di una delle località di Roma interessate alla speculazione: Bufalotta, Anagnina, Romanina, Acilia, Madonnetta, Tor Pagnotta, Ponte di Nona, Tor Vergata, Fiera di Roma, Appia Antica, ecc.. D'altronde la trasmissione Report di RAI3 del 4 maggio scorso ha illustrato alcune situazioni "delicate" e la si può vedere per intero oppure leggerne il testo integrale nel sito http://www.report.rai.it/ con il titolo I re di Roma.

Se consideriamo anche le notizie riportate da Il Sole-24 Ore, e quanto contenuto nel sito http://praticomondo.myblog.it/archive/2007/07/31/veltroni-si-prende-a-mattonate-l-unita.html , dai quali si associa il salvataggio de L'Unità alla generosità dei fratelli Toti (titolari della Lamaro Appalti) per salvare il giornale dallo sfascio causato dalla montagna di debiti accumulati quando Veltroni ne era direttore, e si sà ... i costruttori non sono proprio dei soggetti caritatevoli, possiamo renderci conto dell'intreccio perverso politica-affari che regna nella capitale da un pò di tempo. E, secondo il detto Capitale corrotta-nazione infetta, si constata che purtroppo tale intreccio esiste anche nelle città di provincia e perfino nei più piccoli comuni di montagna del nostro Paese.
D'altronde ci viene in soccorso di questa tesi dell'intreccio anche un altro detto popolare e cioè che chi ha i soldi comanda o, come ha detto Marx, che la struttura della società è solo quella produttiva, mentre la politica, la religione e la cultura non sono che la sovrastruttura di quella società, non nel senso gerarchico che sta sopra alla struttura, che in un certo qual senso ne orienta le mosse, ma nel senso che è palesemente ininfluente alla struttura stessa e che, anzi, è determinata dalla struttura produttiva e, in questo senso, è ad essa funzionale dal punto di vista del controllo sociale. Poi vi sono le infrastrutture che consentono a quella struttura di funzionare materialmente.
E tutto ciò viene accuratamente nascosto dai politici che vorrebbero far credere che le loro scelte sono maturate nell'ambito dei partiti e delle assemblee con i cittadini, mediante la discussione democratica, mentre sono essi stessi al soldo di chi gli ha dato i fondi per la campagna elettorale. D'altra parte non potremmo credere che un Rutelli, per quanto ricco di suo, o un Veltroni, come anche un La Russa o un Tremonti, beninteso, siano disposti a impiegare i beni personali o di famiglia in una campagna elettorale per sostenere una tesi, che so ... ad esempio la lotta alla speculazione edilizia che sconvolge le nostre città e che è fonte di ambienti degradati e degradanti dai quali nascono il disagio sociale e perfino la delinquenza. Nè potremmo credere che siano sufficienti per quella campagna elettorale gli spiccioli raccolti come donazioni da singoli cittadini alle varie feste di partito.
E i soldi "donati" dai potenti di turno ai partiti o a suoi esponenti sono delle cambiali un pò strane che, nel mentre dovranno essere onorate nel corso del mandato, lo dovranno essere con due zeri appiccicati in fondo, cioè lo dovranno essere moltiplicate per cento volte. E a chi vorrebbe far credere quel costruttore intervistato nella trasmissione di Report citata sopra che lui ha finanziato quasi tutti i partiti per far sviluppare il processo democratico? Ce n'è di ridicolo in certe affermazioni!!!

Se aggiungiamo che alle recenti elezioni comunali di Roma Alemanno ha fatto leva furbescamente sullo spitito delle masse, come lo chiama Le Bon, possiamo capire perchè la sconfitta di Rutelli è stata clamorosa.

(L'immagine è tratta dalla copertina de L'Espresso del 2 maggio 2008)

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